Le emozioni sono energie antiche e primordiali, vengono dal profondo; e sono fondamentali anche nel business, sia per te – come imprenditrice – che nella relazione con i tuoi clienti o nella comunicazione. Conoscerle e riconoscerle diventa, quindi, un atto fondamentale per raggiungere i tuoi obiettivi e gestire le situazioni di stress.
Le emozioni non sono, di per sé, buone o cattive: sono segnali della nostra interiorità che possono manifestarsi nei momenti di stress, di appagamento o di noia. Non sono nemiche, anche quando non ci sono gradite. Se cerchiamo di controllarle o di reprimerle, le mettiamo in gabbia e le trasformiamo in disturbi insistenti; se le razionalizziamo o cerchiamo di dar loro un senso, le emozioni si ribellano e ci travolgono.
Quando le emozioni arrivano, soprattutto in modo tumultuoso, l’unica cosa che puoi fare è creare uno spazio di accoglienza, senza giudizio.
Sembra facile a dirsi quando una giornata storta ti fa vedere tutto nero o non ricevi la risposta che desideravi; lo è, invece, quando inizi un nuovo lavoro o hai ottenuto dei feedback positivi. Soprattutto per chi ha un business in proprio, le emozioni diventano un giro sulle montagne russe, di pari passo con l’arrivo dei clienti e le entrate finanziarie ( o meno ): si alternano fervore, ansia, frustrazione, gioia, delusione, tutte con modalità e tempi che non hanno logica né prevedibilità. È il rischio del mestiere, che sta a noi trasformare in energia propositiva.
Fermati un attimo a pensare: tu saresti pronta a vivere senza emozioni? Che cosa succederebbe?
La prima immagine che mi viene in mente è quella della Dea Atena, puro raziocinio, inflessibile, fredda; una personalità utile nella pianificazione e nel raggiungimento degli obiettivi di business, ma controproducente quando c’è bisogno di entrare in empatia con i tuoi clienti; è questo è fondamentale per creare relazioni solide e durature. Oppure un automa, che non ha altro scopo nella sua esistenza se non quello di obbedire a leggi imposte da altri o da un programma. In entrambi i casi, si tratta di una prospettiva alienante, non credi?
Pensa, invece, a quante volte le emozioni spiacevoli ti hanno protetto da una situazione, lanciandoti avvertimenti o ponendoti domande, le stesse che faccio a te adesso:
Che cosa è stato messo in discussione, in quel momento?
Qual è il primo messaggio che ti è balenato in testa, ma non hai voluto ascoltare?
Quali sintomi fisici erano associati a quell’emozione?
Il legame tra il mondo interiore e l’organismo si manifesta proprio attraverso di loro: le reazioni fisiche rendono riconoscibile l’emozione e le permettono di esprimersi, e al contempo l’emozione inespressa o negata si somatizza nel corpo. Le emozioni, inoltre, possono avere gradi differenti d’intensità, che possono dipendere anche dal nostro carattere o vissuto, e che pertanto possono non essere capite dagli altri.
Nel momento in cui un’emozione ti travolge, fermati, mettiti in ascolto e fai spazio dentro di te: lascia parlare il corpo, fidati di lui. Non importa se avevi altro da fare, concedigli tempo. Quando sarai più tranquilla, ripensa a quello che è accaduto e spezzettalo, per capire se è stata una frase a scatenare la tempesta, oppure un atteggiamento, un bisogno non soddisfatto: non stai razionalizzando l’emozione, ma la stai osservando per raggiungere una maggiore consapevolezza.
Relazionarsi con le emozioni può essere scomodo o potenziante: sei tu a scegliere!
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