C’è un periodo, precisamente tra gli inizi di Settembre e fine anno, in cui parte la ricerca dell’agenda perfetta: quella essenziale da 16 mesi, quella motivazionale o, ancora, quella che promette di svoltarti la gestione del tempo. Ne ho provate tante, da che ne ho memoria; alcune le ho persino conservate, trovando, a distanza di anni, sticker di cantanti e frasi cubitali a testimoniare l’uso reale che ne facevo. Il risultato, ahimè, era sempre lo stesso: l’euforia dell’acquisto si scontrava con la mia pigrizia nell’annotare obiettivi-azioni-risultati.
E nel momento in cui ho iniziato a sovrapporre diversi lavori, mi sono spesso trovata nella difficoltà di gestire le mie giornate o di farlo senza stress. Non bastava, infatti, annotare data e luogo degli appuntamenti professionali per cercare di incastrarli; avevo bisogno di ottimizzare la quantità di tempo a mia disposizione.
Ad esempio, io ho la tendenza ad arrivare sempre ( troppo ) prima: questo implica che la mia attenzione comincia a spostarsi da ciò che sto facendo – qui e ora – all’impegno successivo, che può essere una sessione su Skype ( che non prevede quindi spostamento di luogo ) o un incontro fuori casa ( che fa partire l’ansia della durata di percorrenza con i mezzi pubblici ).
Quando la mia energia si sposta da un punto a un altro, inevitabilmente perdo tempo, anche se ne ho in abbondanza.
Lavorando sul time management nel Master in Coaching, ho capito di avere una percezione sbagliata del mio tempo. Perché se le ore sono 24 per tutti, alcune persone riescono a fare di più e meglio? Forse perché hanno imparato ad assecondarlo senza forzarlo. Oppure hanno imparato a delegare ad altri ciò che non possono o riescono a svolgere, per concentrarsi invece su ciò che porterà loro benefici nel medio e lungo termine. O, infine, hanno saputo lasciare andare ciò che è superfluo alla loro vita.
La gestione del tempo implica saper prendere decisioni, scegliere le priorità, imparare a essere flessibili.
Quanto più ti affanni a rincorrere le ore, tanto più ti scivoleranno tra le dita come sabbia nella clessidra. Hai presente quella strozzatura nella quale la sabbia passa per far partire il conto alla rovescia? Un conto che dura una clessidra intera e che ti fa vivere con l’ansia da prestazione.
Se la percezione è soggettiva, la quantità necessaria di tempo a svolgere un’azione è invece oggettiva. Ecco come un’agenda può diventare il tuo salvagente: scrivendo gli impegni e misurandoli. Tenendo traccia delle attività quotidiane, inizi a capire quali assorbono più energia, quali puoi accorpare per ottimizzare le giornate e quali sono superflue. È una somma matematica infallibile!
Troverai l’equilibrio quando la sabbia che scenderà non sarà segno del tempo che ti sfugge, ma del tempo che stai guadagnando.
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