I numeri sono la costante di un progetto imprenditoriale: ne hai bisogno prima di crearlo – per capire se il progetto è fattibile, e nel corso dell’attività stessa – per vedere se è sostenibile. Sono i paletti che ti permettono di stabilire quante ore hai bisogno di lavorare per raggiungere l’obiettivo economico prefissato, qual è il prezzo giusto per ogni offerta, se la comunicazione è efficace e converte.
Io ho sempre amato la matematica, eppure quando ho lanciato il mio business, ho ignorato i numeri.
Un po’ per l’ingenuità degli inizi ( non giustificabile ), un po’ per la noia degli strumenti; ho iniziato ad usare davvero Excel soltanto mesi dopo, personalizzando le tabelle per dargli brio, ed ho scelto un quaderno per i report mensili, nei quali indicare le statistiche dei social networks e monitorare le azioni di comunicazione. Inizio a provarci gusto!
Come interpretare allora i numeri nel business?
Il piano finanziario. Lanciare un business senza aver fatto un piano finanziario è un salto nel vuoto: immagina di salpare senza avere una destinazione, che cosa succede? Navighi a vista, speri che le condizioni siano favorevoli e aspetti. Per partire, invece, hai bisogno di un obiettivo economico per i primi tre anni, una valutazione provvisoria delle spese che prevedi per il lancio e la crescita del business e un calcolo ( altrettanto provvisorio ) delle tasse da pagare. Più sarai consapevole di questi dati, maggiore sarà la tua capacità di investire consapevolmente, minore la voglia di acquistare prodotti e servizi che, in quel momento, nulla aggiungono al tuo percorso imprenditoriale.
Le ore di lavoro. Agli inizi è davvero difficile quantificare le ore di lavoro, soprattutto quando si tratta di consulenze o corsi di formazione. Mentre per la produzione di un oggetto si può avere una stima del tempo necessario, per i prodotti intangibili il discorso è più complesso. Quello che accumuna entrambi i freelance ( artigiani e consulenti, ad esempio ) è però la quantità di ore dedicate alla creazione del business, all’identità, alla comunicazione, alla gestione delle mail… Tutte non direttamente fatturabili al cliente. Come per il piano finanziario, finché non saprai quantificare il tempo utile per gestire ogni attività e avrai trovato il tuo ritmo di lavoro, dovrai ragionare per forfait o stime di massima.
I social network. Gli algoritmi che governano i social network cambiano ormai con frequenza regolare, gettando tutti nel panico e obbligando ad acquisire altre – nuove – competenze per tenere alta l’attenzione dei followers. I numeri che contano non sono quelli legati all’apprezzamento del profilo o di un singolo post, quanto il tasso di engagement, ossia il coinvolgimento degli utenti. Sui social network, a contare, sono le parole: i commenti interessati di chi ti legge, i messaggi per avere altre informazioni su una tua offerta, le mail per entrare in relazione con te.
La newsletter. La newsletter è uno dei pochi mezzi di comunicazione online che ti appartiene interamente, insieme al sito web e al blog; di conseguenza, se funziona o meno, dipende solo da te. Qualunque sia la piattaforma usata, hai a disposizione informazioni interessanti: quante persone hanno aperto una determinata campagna ( tasso di apertura ), quali link hanno cliccato per approfondire il tema ( tasso di click ), la media di apertura delle tue newsletter. Questi numeri sono molto più concreti dei precedenti, anche perché hanno un nome ( quello di una tua potenziale cliente ).
Dati alla mano, è il tuo momento di dare i numeri! Non fidarti di quelli che senti in giro o che puoi scovare online, ma definisci quelli ragionevoli per te, rispetto al punto in cui si trova il tuo business, e tienine traccia durante tutto il viaggio.
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